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lunedì 27 maggio 2013

un paio di foto...

Sabato è stato brutto tempo, faceva un freddo che nemmeno a marzo... -_- ma vabbè, prima o poi a meno che non si sia fermata la corrente del Golfo immagino che l'estate arriverà!
Ho fatto pratica con scorpioni, ragni, "serpenti cattivissimi" (cit.) e rose, farfalle e lumachine... insomma più bimbi e bimbe che non adulti! :-) Ma mi sono divertita! Metto qualche foto!
bimbe glitterate! :-)

guantini per Chiara

pavoni per Elisa

cavigliera per Claudia

Su carta
Spero di avere presto altre occasioni, magari con un tempo atmosferico un po' meno schifoso! ;-)

martedì 21 maggio 2013

Come si prepara la pasta di henné

In vista della festa di Villazzano sabato prossimo -25 maggio- (dove spero di trovare un sacco di gente desiderosa di farsi decorare da me!!!) sto preparando la pasta di henné per i tatuaggi!
Vista l'occasione, mentre ero già con le mani in pasta (letteralmente) mi è saltato in testa che poteva essere utile fare un mini-tutorial per chi volesse far sa sé!
Per cominciare una dura verità: l'unico vero trucco è avere un henné fresco e di ottima qualità... non è banale, lo so, ma non esiste una pratica che possa far funzionare un henné rovinato, vecchio o sabbioso, così come è difficile rovinare irrimediabilmente un buon henné... Un po' come in cucina! Ti voglio vedere a fare un bel pan di spagna con le uova marce... -_- mentre mal che vada, se anche non riesci a montalro, con le uova fresche verrà un biscottone! Non proprio alta pasticceria, ma commestibile! 
Quindi, visto che di ricetta si tratta... gli ingredienti!
  1. 100 g di lawsonia inermis 
  2. 250 ml succo di limone (spremuto e filtrato, o di quelli in bottiglietta del supermercato... in questo caso è davvero lo stesso, quel che ci interessa è l'acido citrico)
  3. 30 ml olii essenziali ricchi di terpenoli (Tea Tree, Eucalipto, Cajeput, Lavanda)
  4. 20 g zucchero a velo o miele (facoltativo)
Mettere quasi* tutta la polvere in una ampia tazza di ceramica (o ciotola di vetro, o di plastica che non ci importa se resterà sporca per sempre), aggiungere gradulamente il succo di limone e mescolare pian piano con un cucchiaio o forchetta di plastica, fino a raggiungere la consistenza di un purè di patate bello sodo. 
*(Conviene tenere da parte un cucchiaio di polvere in modo da poter correggere la consistenza se alla fine dovesse risultare troppo liquida.)
Tradizionalmente non si usa il metallo e l'ho trovato detto e ripetuto spesso, anche se talvolta qualcuno afferma che con l'henné puro non ci sono problemi (e la precauzione deriva dall'uso di polveri con additivi chimici che potrebbero interferire col metallo, e che comunque non vogliamo sulla pelle!!!) fatto sta che finché non troverò una seria e motivata spiegazione scientifica in merito, preferisco seguire l'usanza ed evitare strumenti metallici.

polvere e limone
purè di henné :-)





















Nel mescolare conviene andare con calma perché la polvere svolazzerà e cercherà di fuggire in ogni dove... qui ogni henné si comporterà a suo modo, se è di quelli "gommosi" tenderà ad essere subito molto colloso e si appiccicherà tremendamente al cucchiaio, e diverse polveri avranno bisogno di diverse quantità di succo di limone. Non è detto che servano tutti i 250ml, così come non è detto che bastino... per cui può essere d'aiuto avere un limone extra da sacrificare (o una bottiglietta extra di succo confezionato).
Quando avremo smesso di vedere polvere sciolta, sarà tutto ben umido e amalgamato (ma NON troppo liquido!) cerchiamo di livellare al meglio la pasta nel contenitore e copriamo con un pezzo di pellicola per alimenti direttamente a contatto con la superficie. Sigilliamo poi tutto con un secondo strato di pellicola che avvolga tutto il contenitore.

primo strato pellicola
secondo strato





















Ora la nostra scodella va messa al sicuro per 24 ore in un posto né caldo né freddo (d'inverno possiamo anche tenerla nei pressi di un termosifone ma NON sopra, d'estate eviterei il sole diretto le zone più calde di casa... diciamo che tra i 20 e i 25 gradi siamo a posto. Ma se fa un gran caldo e la casa è a 30 gradi niente panico: lo lasceremo riposare 12 ore invece di 24... l'unica cosa che succede è che le reazioni chimiche sono più veloci). 
L'hennè lasciato a se stesso per 24 ore si idraterà ben bene, farà conoscenza con l'acido citrico e comincerà a rilasciare i componenti che tingono effettivamente la pelle.
La pasta appena preparata non ha potere tintorio. Mi sono sporcata le dita, le ho tenute sporche circa 30 secondi e le ho sciacquate: come vedete non ho nessuna traccia di colore. Tra 24 ore sarà tutta un'altra cosa!

cremina zozzina...
senza conseguenze!




















Passate circa 24 ore scartiamo la scodella e controlliamo che ci sia una differenza di colore tra superficie e substrato scalfendo la pasta con uno strumento. Non sarà una cosa eclatante, ma una diversa tonalità... sopra un po' più marroncino, sotto un po' più verdino. Se non si vede nessuna differenza la speranza è che fosse troppo freddo e quindi tutto un po' rallentanto, ri-impacchettare tutto e lasciarlo fermo altre 12 ore... se dopo 36 ore non si vede differenza è possibile che l'henné fosse rovinato e quindi sia in sostanza inutilizzabile... è una scocciatura ma beh dai, ancora non è da piangere: non ci avete ancora messo i preziosissimi olii essenziali! E potete comunque usarlo come impacco lucidante per i capelli scuri. Ma magari è possibile che la differenza ci sia ma sia molto lieve... allora basta sporcarsi il dito, aspettare 30 secondi e poi sciacquare: se la pelle si è subito tinta di un bell'arancione siamo salvi! La pasta è "attiva" e si può procedere con la preparazione! :-)

24 h dopo
si vede il cambio colore





















e ora macchia! (indice giallo)
A questo punto la pasta sarà anche un po' più liscia e morbida del giorno prima, diamo una bella mescolata e ci prepariamo ad aggiungere gli olii essenziali.
Se ne può aggiungere uno solo o un mix, in genere la Lavanda può essere adatta anche ai bambini, e l'eucalipto è molto diffuso e facile da reperire... Se stiamo preparando una pasta dedicata a un'amica in dolce attesa è meglio evitare del tutto l'aggiunta di olii essenziali che sono controindicati in gravidanza.
Gli olii essenziali indicati sono quelli ricchi di terpeni, sostanze chimiche organiche che accellerano la tinta e la rendono più scura. Non sono indispensabili, ma sono molto utili per ottenere un bel colore con tempo di posa limitato.
Se decidiamo per una pasta senza terpeni sarà bene coprire il tatuaggio dopo l'applicazione della pasta sulla pelle, tenere la parte al caldo e aspettare almeno 3-4 ore prima di levarla, visto che il processo chimico di colorazione della pelle sarà più lento.
In pratica si versa la boccetta nel contenitore e si mescola alla perfezione.
La pasta sarà ora più morbida, ma ancora bella densa.
A questo punto io aggiungo un cucchiaio di zucchero a velo (o di miele), e mescolo bene. Lo zucchero rende la pasta più lucida e liscia, e aiuterà l'henné a rimanere ben attaccato alla pelle mentre si asciuga. Non è indispensabile, non aggiunge nulla alla tinta e al colore, serve solo per avere una pasta più liscia e adesiva. Quindi è facoltativo ma consigliato.

30 ml tra eucalipto, tea tree e lavanda
non si mangia!!! :-)





















Ora è il momento di regolare la densità della pasta. E anche qui in realtà è questione di gusti... purché mai così liquida da colare via sulla pelle, mai così dura da non attaccarvisi. Dipende anche dal tipo di strumento che useremo per il tatuaggio, un conetto a foro finissimo vorrà una pasta molto morbida fluida, uno a foro grosso per disegni veloci vorrà una pasta lievemente più densa... diciamo che una consistenza tipo yogurt va bene, se poi sarà yogurt greco supercremoso o yogurt con lo 0,1% di grassi dipende un po' dai gusti... ;-)
Per rendere più fluido si aggiunge succo di limone, per addensare si aggiunge un poco della polvere di henné tenuta da parte per questo scopo.

cremosa!
nel sac à poche!





















La pasta adesso è pronta per essere inserita nei contenitori designati (a breve preparerò un  mini-tutorial sulla costruzione del cono e il suo riempimento) o surgelata per futuro uso in un bel sacchetto di plastica da freezer... :-)
Con 100 g di polvere si produce tanta pasta, abbastanza da riempire 15-20 conetti, quindi se la si prepara per uso personale (che fa molto droga leggera, eh?) è consigliabile partire da 20g di polvere e tenere la restante al sicuro ben sigillata in frigo (o in freezer) per il futuro!

venerdì 17 maggio 2013

henné vuol dire poco... un mondo di stili!

Non sono abbastanza esperta da spiegare qui ed ora il mondo di tradizioni, usi e costumi, stili e mode del tatuaggio di henné... anche perché credo ci vorrebbe come minimo una tesi di laurea per farlo! (e le tesi di laurea al momento sono un argomento un po' delicato per me... quindi don't ask don't tell) ma visto che fin dall'inizio della mia passione c'è stata la curiosità di chiarirmi le idee, posso condividere quel che fino ad ora ho capito! 
eccola la lawsonia inermis! nel suo botanico splendore...

La lawsonia inermis viene usata da millenni in tutte le zone in cui cresce, ovvero le aree tropicali che abbiano alte temperature e scarse precipitazioni... è in sostanza una pianta di savana, perciò quando la desertificazione del sud Italia sarà sufficiente magari cominceremo ad avere henné made in Italy, ma speriamo per molti anni ancora di dover importare :-/


 In pratica andiamo dal Marocco all'India, passando per la penisola arabica e tutto il Sahara. Regioni che storicamente e culturalmente sono ben distanti, e che di riflesso non possono di certo portare a identiche tradizioni e gusti estetici!
Che l'hennè non fosse una cosa unica, una categoria sufficiente, mi è stato chiaro dall'inizio, perché è abbastanza evidente che un tatuaggio marocchino con le sue linee geometriche e il suo gusto astratto, ha poco a che fare con un tatuaggio indiano di merletti fioriti e pavoni...
disegno tradizionale marocchino (preso da qui)

D'altronde se pensiamo al Nordafrica pensiamo ad una terra di tradizione Musulmana, con il divieto di fare rappresentazioni figurative (che c'è anche nell'Antico Testamento... ma i cristiani sono stati bravissi a glissare sulle parti che non gli piacevano e a farsi guerra sulle altre...), e quindi con le sue meravigliose ceramiche dipinte, le calligrafie che ornano le pareti dei palazzi, i tappeti e i tessuti geometrici, i decori sulle babbucce di pelle e sui pouf di cammello, e i cuscini, e le borsette che quasi tutti quelli che mettono piede in Egitto o in Marocco non resistono dal portarsi a casa :-)

disegni indiani (presi qui)









Mentre se pensiamo all'India ci immaginiamo i disegni variopinti dei testi sacri Indù, le illustrazioni del Kamasutra (o no?!?), i sari colorati, gli elefanti dipinti di colori sgargianti e ricoperti di fiori, gli incredibili bassorilievi dei templi indù pieni di dei e dee armoniosi e sensuali, le immagini di Ganesh, Vishnu e l'azzurro Krishna, le spose ricoperte d'oro e di gioielli, bracciali a chili fino al gomito e ghirlande di fiori profumati... un mondo tanto colorato vede anche nell'arte dell'henné stili molto più figurativo.









E fin qua ci siamo... ma giuro che distinguere da dove viene cosa parlando di stili e disegni è una cosa quasi impossibile... chi come me fa ricerche su google deve in sostanza già sapere cosa cerca e come deve essere, perché qualsiasi frase si metta dentro, che sia "indian traditional mehndi" o "moroccan geometric henna" o quel che è, verrà sempre fuori TUTTO... dal tribal finto-celtico, alle millemila foto di mani e piedi meravigliosamente inguantati di henné delle artiste americane, ai disegni di mezzo mondo, tutti mescolati... un casino, insomma.

Ultimamente sto cominciando a capire e ad essere molto attratta dai disegni della tradizione Sudanese (Dove è il Sudan? La domanda è lecita... e non è mica colpa nostra se alla fine in geografia ci siamo fermati tutti alle cartine con la cortina di ferro... quindi per chi vuole dare un'occhiata wikipedia come al solito ci salva dall'imbarazzo). Si tratta in sostanza di disegni "grossi e grassi", con linee sinuose e un gusto astratto e vegetale al tempo stesso... niente delicati merletti indiani, niente studi geometrici nordafricani!

due esempi di stile sudanese

così come spero prima o poi di padroneggiare la differenza tra uno stile marocchino e lo stile particolare della Mauritania

disegni dalla Mauritania (presi qui)
 Non si tratta di "copiare" i disegni e tenere rigorosamente distinti gli stili... forse è una cosa che avrebbe senso nelle terre in cui l'arte di decorarsi con le piante tintorie è cosa antica, per noi che abbiamo solo rubato l'idea e lo facciamo per puro gusto estetico e senza significati religiosi e tradizionali il mix di stili e i pasticci sono cosa buona e giusta! Si parla di tatuaggi "fusion" se si vuol essere precisi, e se no si disegna seguendo la propria ispirazione senza farsi seghe mentali, per il puro piacere di farlo e per il piacere di chi poi porterà il disegno come un gioiello! 
Ma mi piace capire le cose, chiarirmi le idee e fare ordine nelle mie fantasie, anche perché per avere uno stile "mio" è giusto forse partire prima dalla storia, e cercare di comprenderla.
Bene, basta con la lezioncina...
Visto che sono stata cattiva e ho messo solo disegni e schemi (che hanno una capacità comunicativa e una precisione insuperabili) adesso metto anche qualche bella fotografia... meno chiara, ma più poetica! Rifacciamoci gli occhi! (prima o poi anch'io sarò così brava!)
Chi riconosce al volo gli stili? Dai che l'ho fatta fin troppo facile ;-)

(per alcune immagini non sono riuscita a mettere il link con la fonte... se il proprietario della foto è contrario può contattatarmi e sistemerò le cose! grazie)

mercoledì 15 maggio 2013

Un bracciale per me (linee dritte e simmetria...)

il bracciale è continuo
Chi ci ha provato lo sa: fare un bracciale su se stessi è tragicamente difficile: tirare una linea che faccia il giro e si congiunga decentemente per me è una fatica immane.
Quindi, diciamoci la verità, quando nessuno mi vede ricorro ad una scorciatoia...
Le opzioni sperimentate sono in realtà almeno due: 






  1. Facile: infilare al polso un elastico (di quelli di gomma schifosini, che poi si butta), sistemarlo ben benino più o meno dove vorremmo la linea, tracciare una linea leggera di henné sotto l'elastico (intendo verso la mano e non verso il gomito, ma ovviamente accanto all'elastico...) allontanare delicatamente l'elastico e tagliarlo con una forbicina. Fatto! Abbiamo una linea continua sulla quale costruire il bracciale! 
  2. Brigoso ma non so perché lo preferisco: prendere un pezzo di carta (qualsiasi, purché sia flessibile... cioè va bene un normale foglio da stampante, un tovagliolo, un pezzo di carta da forno... non un cartoncino!) ritagliarlo in modo che sia lungo il giusto ma abbastanza stretto da poterlo girare intorno al polso come un braccialetto (diciamo 20 cm x 2 cm indicativamente...) prendere l'henné e disegnarci una bella riga dritta sottile sottile (volendo si può anche prima segnarsi una riga col righello, se serve). Finché è umido appoggiare delicatamente al polso e sistemare facendo combaciare le estremità, premere appena appena, levare subito e ripassare la linea correggengo eventuali sbavature. Fatto! 





Grazie al secondo metodo ho ottenuto una buona linea di partenza che ho raddoppiato e poi usato come guida per tirarne di parallele (a quel punto è facile, basta tenere la stessa distanza da quella di riferimento!) aggiunto qualche fiorellino, impostato due bei fiori grossi speculari e scostati che ho sviluppato parallelamente per avere un senso di simmetria...
bracciale con fiori



venerdì 10 maggio 2013

Qualche fiore ( mehndi ) al parco

Oggi diluvia... ma ieri sembrava primavera (cavolo è il 10 di maggio! sarebbe anche ora!) e finalmente è stato tempo di passeggiata in città, di chiacchiere e di henné al parco! 

fiori sul braccio di Chiara
 Come sempre nel vedere la foto a posteriori non soddisfatta al 100% del disegno, ma quel che conta è che ce la siamo goduta entrambe (la disegnatrice e la disegnata...). Sarà il profumo degli olii essenziali, sarà che è uno di quei momenti zen in cui scordi tutti i problemi del mondo e ti perdi nella creazione, sarà che son quei dieci minuti che si sta immobili al centro dell'universo, si lascia che la Terra giri su se stessa senza che ci scompigli i capelli, sarà quel che sarà, ma è proprio bello! :-)


martedì 7 maggio 2013

Barra doccia "Hammam" con ghassoul e arancia agli olii essenziali

Mi piacciono i saponi "tuttofare": quelli che in doccia te li passi e senti di aver fatto un ottimo lavoro... massimo risultato col minimo sforzo!
Quindi qualcosa che lavi, faccia un delicato scrub, porti nutrienti e minerali utili, sia profumato di olii essenziali benefici e magari mi salvi anche dalla scocciatura di oliarmi o incremarmi dopo.


Se mi facessi la doccia una volta al mese, darei priorità all'aspetto detergente! Ma visto che di questi tempi e con l'arrivo dell'estate la doccia quotidiana è cosa normale (e non è che in 24 ore riesco a lerciarmi tipo calatafo (chevvordì?!?) ) una barra doccia a base di sapone ma mooolto arricchita di olii, burri e attivi è cosa buona e giusta!
Ho preparato una bella base di sapone ad hoc (formula bilanciata di olio d'oliva, olio di cocco, olio di riso e olio di ricino) e dopo cottura ho aggiunto

il sapone è bello cotto e "ceroso"

  • abbondante Ghassoul (o Rassoul che dir si voglia) che ha effetti detergenti e rimineralizzanti, 
  • polvere di buccia di arancia dolce (il frutto) teoricamente buona alleata della lotta alla buccia di arancia mia (quella sulle cosce), 
 
un bel bicchierozzo di fango!!! :-D
  • burro di cacao grezzo (quello marrone che sa di cioccolato e dovrebbe essere tonificante e snellente, oltre che nutriente),
  • olio di mandorle dolci (elasticizzante e nutriente),
  • abbondante olio essenziale di arancia dolce e di finocchio (tra i migliori olii essenziali "anticiccia" sulla faccia della terra!) e un po' di rosmarino, ginger e menta (per la circolazione e un po' di effetto "fresco") ,
  • polvere di caffeina pura (che se la mettono in tutte le creme snellenti, magari si unisce positivamente alla mia causa!)
mescola mescola...

Mollato qualche chicco di caffè verde sul fondo del contenitore che mi fa da stampo (stavolta ci ho messo il cellophane che l'ultima volta ho imparato nuove parolacce cercando di venirne fuori... -_- ) che fanno molto chic :-P e se ci riesco spero poi di affettare e trasformare il tutto in barre da doccia "appendibili" facendoci passare un nastrino. Ma su questo punto ci aggiorniamo tra qualche giorno! :-D

il colore non è eclatante ma pazienza...
 
Per ora posso dire che il profumo è spettacolare... e secondo me sarà così efficacemente anticellulite e anticiccia che posso andare a prendermi un gelato, visto che forse sta spuntando il sole! :-D
Viva la primavera! 

venerdì 3 maggio 2013

torta sapone alla birra

L'idea di un sapone alla birra mi stuzzicava da un po'... non è banale perché zuccheri e alcool rischiano di far pasticci con la soda, infatti ho litigato non poco con la saponata che è uscita dalla pentola e mi ha invaso la cucina... -_- ma qualcosa si è salvato! 

il sapone al vino è stato uno dei miei primi esperimenti!


 Con l'entusiasmo dell'incoscienza già un paio d'anni fa avevo testato un sapone al vino (la ricetta con cui avevo partecipato al concorso de La Saponaria qui) che era venuto bene, si vede che la fortuna aiuta gli audaci!






La birra è entrata nella ricetta al posto dell'acqua nella soluzione caustica, l'ho prima bollita e raffreddata per sgarsarla, eliminare l'alcool e concentrarla un po'. Ho usato una birra doppio malto che mi sembrava ben profumata e corposa!
Volevo un sapone "birroso" di un bel colore mielato, a cui poi sovrapporre un bello strato di sapone bianco montato a fare da schiuma!




Il sapone di base è stato costituito così:
 grassi:
Olio d'oliva 650
Olio di cocco 200
Olio di ricino 30
Olio di riso 20
 soluzione di soda:
birra 350 gr, NAOH 133 gr (sconto 5%)

Dopo la cottura (uso il metodo a caldo a bagnomaria) ho aggiunto un bel cucchiaio di miele, un cucchiaio di olio di germe di grano e ho profumato leggerissimamente con fragranze alla mela e al mughetto. Ci sono andata leggera perché spero resti ed emerga un po' di profumo di birra!

Per la parte di "schiuma" ho provato una rilavorazione di un sapone di marsiglia 100% naturale e non profumato... ammorbidito con poca birra al grano "weizen" e scaldato al microonde. Ho profumato la schiuma con pochissime gocce di olio essenziale di Ylangylang (che fosse floreale in modo da richiamare il profumo della birra weizen, ma senza sovrastare troppo i profumi naturali).

Ed ecco, il giorno dopo, il risultato!

una fetta di birra! :-)
Ci vorrà qualche giorno prima di poter valutare colore e profumi definitivi, ma per ora sono molto soddisfatta!  


 Il colore spero si scurisca un pochino... poi per il futuro mi viene da pensare che sarebbe fichissimo riprovare la cosa con la tecnica per il sapone trasparente... ma un passo alla volta! ;-) 
Critiche, consigli e commenti sempre benvenuti! :-)